Le parole più frequenti usate nell’ambito delle case dell’acqua e degli impianti di distribuzione bevande fredde
Sempre più spesso si sente parlare di “Acqua del Sindaco”, ma che cos’è veramente? Si tratta, in realtà, della cosiddetta..
Sempre più spesso si sente parlare di “Acqua del Sindaco”, ma che cos’è veramente? Si tratta, in realtà, della cosiddetta “Acqua del Rubinetto”. Viene chiamata Acqua del Sindaco in quanto, soprattutto negli ultimi 20 anni, sempre più Comuni hanno offerto e continuano tutt’ora adoffrire un servizio di acqua buona, sicura e controllata ai loro cittadini mediate appositi impianti, denominati “Case dell’Acqua”. Grazie a queste moderne fontane pubbliche gli italiani stanno riscoprendo l’acqua del rubinetto.
Gusto, minor costo e simpatia per la tematica ambientale, stanno avvicinando sempre più persone all’utilizzo dell’acqua a Km zero. Secondo una ricerca realizzata da Open Mind Research in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo), il 73,7% della popolazione nel corso del 2017 ha scelto proprio l’acqua del sindaco ed il 44% la utilizza ormai in modo abituale.
Potabile è un’acqua che si può bere senza pregiudizio per la salute umana. Sin dall’antichità l’uomo ha sempre posto particolare..
Potabile è un’acqua che si può bere senza pregiudizio per la salute umana. Sin dall’antichità l’uomo ha sempre posto particolare attenzione alla qualità dell’acqua da bere e sempre più studiosi, nel corso degli anni, si sono confrontati per stabilirne i criteri di idoneità al consumo umano. Il progresso scientifico e le competenze che si sono man mano acquisite hanno permesso di salvaguardare in modo sempre più mirato la salute umana, strumenti di laboratorio sempre più sofisticati hanno infatti consentito di rilevare tipologie di sostanze e microrganismi sconosciuti, spingendo così la conoscenza a livelli sempre più approfonditi.
Comunemente, con il termine “acqua potabile” viene associato all’acqua distribuita dall’aquedotto, che non deve contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Per assicurare e soprattutto tutelare la salute umana, la Comunità Europea ha definito chiaramente 56 parametri di monitoraggio, fissando per ognuno un limite di concentrazione o un valore sconsigliato. I parametri sono così suddivisi (D.Lgs 31/2001 in attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano).
Parametri microbiologici
Parametri chimici
Parametri indicatori
Radioattività
L'acqua (H2O) è un composto chimicamente semplice, formato da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Durante il suo..
L’acqua (H2O) è un composto chimicamente semplice, formato da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Durante il suo ciclo naturale l’acqua percorre un lunghissimo tragitto sia in aria (pioggia, neve) che a terra, scorrendo in superficie o nel sottosuolo ed è proprio che in questa fase che entra in contatto con elementi e sostanze e perde la sua naturale purezza acquisendo caratteristiche uniche, tipiche delle zone di provenienza. La “purezza” assoluta rimane quindi una definizione, un obiettivo, non esistono in natura acque assolutamente pure e quelle che vengono comunemente considerate tali, in realtà, contengono livelli di contaminazione molto bassi.
In ogni caso, per “il bere quotidiano” basta un’acqua di qualità che risponda agli odierni criteri di potabilità. In molti settori commerciali riguardanti prioprio la definizione di “Acqua Pura” vengono segnalate truffe ai danni dei consumatori finali, una delle più diffuse per vendere i depuratori d’acqua a osmosi inversa domestici riguarda il test elettrolisi, una tecnica di vendita messa in atto da alcuni venditori porta a porta di impianti ad osmosi inversa.
L’arsenico è un elemento chimico presente in natura soprattutto nei territori in cui è presente un terreno di origine vulcanica..
L’arsenico è un elemento chimico presente in natura soprattutto nei territori in cui è presente un terreno di origine vulcanica poiché ricco di minerali. In queste zone generalmente l’acqua erogata nelle case dei cittadini presenta una concentrazione di arsenico superiore ai limiti consentiti dall’Unione Europea. Per attenuare i disagi della popolazione residente in queste zone si è ricorsi all’installazione di Case dell’Acqua utilizzate come se fossero dei mini potabilizzatori decentrati sui territori interessati. Negli impianti di erogazione delle Case dell’Acqua, al fine di far rientrare l’arsenico nei limiti previsti, vengono installati dei sistemi di filtrazione specifici come ad esempio quelli che sfruttano le proprietà dei minerali adsorbenti, dell’osmosi inversa o delle resine a scambio ionico.
Al fine di garantire una costante erogazione di acqua conforme, le Case dell’Acqua sono sottoposte a regolari visite di manutenzione e sanificazione effettuate da personale tecnico specializzato. Durante l’operazione di manutenzione vengono sanificati tutti i circuiti dell’acqua e tutte le parti che vengono a contatto con la stessa, quando necessario vengono sostituiti i sistemi di filtrazione con dei nuovi.
Il carbone attivo viene utilizzato per adsorbire odori e sapori dalle acque destinate al consumo umano e trova diffusissimo impiego..
Il carbone attivo viene utilizzato per adsorbire odori e sapori dalle acque destinate al consumo umano e trova diffusissimo impiego negli impianti di filtrazione delle Case dell’Acqua. I carboni attivi possono essere di natura vegetale o minerale e si presentano sotto forma di granuli contenuti all’interno di una cartuccia, dentro la quale viene fatta passare l’acqua da trattare. Il carbone ha la capacità di trattenere sulla sua superficie quindi viene utilizzato negli impianti di erogazione delle Case dell’Acqua al fine di rimuovere odori e sapori che potrebbero risultare sgradevoli all’utilizzatore finale.
A fine vita il carbone può rilasciare le sostanze trattenute in precedenza. Al fine di evitare questo rilascio, bisognerà effettuare la sostituzione periodica dei carboni. La sostituzione verrà effettuata durante le operazioni di manutenzione della Casa dell’Acqua da personale tecnico specializzato.
Le Case dell’Acqua chiamate anche Punti Acqua, Fontanelli, Distributori Pubblici, Rubinetti Frizzanti, sono impianti di distribuzione acqua potabile (conforme al..
Le Case dell’Acqua chiamate anche Punti Acqua, Fontanelli, Distributori Pubblici, Rubinetti Frizzanti, sono impianti di distribuzione acqua potabile (conforme al D.Lgs 31/01) installati in apposite strutture posizionate spesso in pubbliche piazze o agglomerati urbani. L’acqua erogata può essere refrigerata, naturale e/o frizzante, a pagamento (monete e/o tessere, chiavette), ad accesso controllato (es. Carta Regionale dei Servizi), oppure gratuita.
Le Fontane Pubbliche hanno sempre accompagnato l’uomo nella sua evoluzione, rivestendo sempre un ruolo fondamentale per fornire acqua potabile alla popolazione. L’acqua corrente che oggi diamo tutti per scontata, è uno dei privilegi acquisiti con l’epoca moderna e nel passato era destinata a pochi. Solo in tempi recenti, ed in particolare dopo il secondo conflitto mondiale, la diffusione del benessere ha gradualmente portato la rete idrica all’interno delle abitazioni e l’utilità delle classiche fontane ha perso il suo primario significato di “fonte”. Le cosiddette “Fontane del Terzo Millennio” sono soluzioni logistiche-architettoniche che offrono un’ampia gamma di scelte, colori e forme, con soluzioni tecniche che possono essere personalizzate in modo da realizzare, non un semplice distributore, bensì un punto di incontro e socializzazione, perfettamente immerso nell’ambiente circostante. Sono così diventate nel tempo un vero e proprio luogo di aggregazione e ritrovo, in agglomerati urbani sempre più estesi e decentralizzati. Le Case dell’Acqua non vanno infatti intese come solo come sostitute delle classiche fontanelle o “vedovelle”, ma piuttosto come un’opportunità, un’alternativa eco-sostenibile, soprattutto nei confronti dell’acqua in PET.
La Case dell’Acqua hanno infatti lo scopo di sostituire il consumo di acqua in bottiglia con un notevole risparmio sia ambientale che per gli utenti finali. In alcune zone, come ad esempio le città metropolitane di Milano e Torino, le Case dell’Acqua sono diffuse capillarmente.
La nostra azienda ha attualmente all’attivo più di 700 impianti ed è in continua crescita.
La qualità costruttiva degli impianti, unita ad una corretta manutenzione ed attenta gestione post vendita (HACCP e fornitori qualificati) con controlli da parte di autorità competenti (Comune e ATS/ASL) sono elementi fondamentali per garantire all’utente finale un approvvigionamento sicuro dal punto di vista alimentare.
Il regolamento Comunitario n. 178/2002 stabilisce che “si intende per alimento o prodotto alimentare qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente..
Il regolamento Comunitario n. 178/2002 stabilisce che “si intende per alimento o prodotto alimentare qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente trasformato o non trasformato, destinato ad essere ingerito, o di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito da esseri umani”. Questo significa che anche i gas, se destinati al consumo umano, sono considerati alimenti, ingredienti o additivi alimentari. I gas alimentari non devono rendere l’alimento nocivo per la salute dell’uomo e quindi non adatto al consumo umano. La legge prevede dei requisiti specifici da rispettare nella commercializzazione dei gas alimentari, nel dettaglio:
– l’etichettatura del gas e la sua catalogazione;
– la tracciabilità della materia prima e la destinazione del prodotto;
– la soddisfazione di determinati criteri specifici di purezza;
– la registrazione degli impianti in cui operano le aziende che trattano gas ad uso alimentare;
– e per finire l’igiene con il rispetto di regole generali e specifiche affinché sia garantito un livello elevato di protezione del consumatore finale.
Diversi studi hanno provato che l’acqua gassata favorisce un miglior svuotamento gastrico e quindi una migliore digestione. Sempre più cittadini preferiscono l’acqua addizionata con CO2 all’acqua naturale. Nella maggior parte delle Case dell’Acqua installate è possibile prelevare sia acqua naturale che frizzante, infatti all’interno della struttura è presente un serbatoio (minibulk) che periodicamente viene caricato di CO2 al fine di garantire l’erogazione continua di acqua gassata.
L'HACCP (acronimo dall'inglese Hazard Analysis and Critical Control Points, traducibile in sistema di analisi dei rischi e di controllo dei..
L’HACCP (acronimo dall’inglese Hazard Analysis and Critical Control Points, traducibile in sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici) è un insieme di procedure, mirate a garantire la salubrità degli alimenti, basate sulla prevenzione anziché sull’analisi del prodotto finito. Si pone l’obiettivo di individuare i punti critici e di possibile contaminazione batterica di un impianto e, una volta individuati, attuare delle procedure atte alla corretta prevenzione delle contaminazioni.
Fanno parte delle procedure HACCP anche le indicazioni per una corretta attività di manutenzione. Il documento HACCP, rilasciato da un tecnologo alimentare, deve essere a inserito obbligatoriamente fra i documenti per l’apertura di un’attività di tipo alimentare quale è la Casa dell’Acqua. Nel campo delle case dell’acqua, la definizione di un corretto piano HACCP è fondamentale a garanzia della sicurezza alimentare, bisogna infatti tenere conto che la qualità dell’acqua erogata coinvolge direttamente la salute degli utenti finali che giornalmente si riforniscono alla casa dell’acqua.
Il Manuale di Autocontrollo HACCP deve essere personalizzato per ogni singolo impianto e deve contenere tutte le operazioni atte a gestire le quotidiane attività di gestione e le eventuali procedure di emergenza, comprensivi i registri di non conformità.
La legionella è un batterio di cui esistono circa 50 specie diverse. Il batterio si annida negli ambienti acquatici naturali:..
La legionella è un batterio di cui esistono circa 50 specie diverse. Il batterio si annida negli ambienti acquatici naturali: acque sorgive, fiumi, laghi, fanghi ecc. Da questi raggiungono gli impianti idrici artificiali che possono fungere da amplificatori del batterio. Le condizioni che favoriscono la sua proliferazione negli ambienti artificiali sono una temperatura tra i 20 e 45°, la presenza di ambiente aerobico e la presenza di fattori nutritivi quali scorie e materiali organici.
Nelle reti idriche delle nostre città sono presenti degli elementi critici che vanno a favorire lo sviluppo della Legionella. La presenza di ristagni ed ostruzioni, incrostazioni e depositi calcarei, condutture estese con giunzioni e rami morti, serbatoi di accumulo e sistemi di riciclo, usura e corrosione delle reti sono tutti fattori che vanno ad incentivare lo sviluppo del batterio causa il ristagno delle acque. Alcune tra le operazioni che vengono messe in atto per abbattere e monitorare la Legionella sono la disincrostazione e rimozione del biofilm (biopellicola creata da un’aggregazione di microrganismi), la prevenzione della corrosione delle tubature, la rimozione di eventuali rami morti che permettono il ristagno dell’acqua.
Al fine di contrastare la proliferazione batterica possono essere praticate delle operazioni di filtrazione al punto d’uso, delle operazioni di autoflussaggio, dei trattamenti termici o di irraggiamento UV. Infine può essere effettuata una clorazione shock delle acque. Al fine di prevenire lo svilupparsi della Legionella all’interno degli impianti di erogazione delle Case dell’Acque è sempre necessario effettuare una regolare manutenzione e sanificazione degli impianti da parte di personale tecnico specializzato.
Con la parola manutenzione si intende l’insieme di operazioni che consentono di mantenere efficiente una Casa dell’Acqua ed in generale..
Con la parola manutenzione si intende l’insieme di operazioni che consentono di mantenere efficiente una Casa dell’Acqua ed in generale un impianto di erogazione bevande. Un impianto non correttamente manutenuto e mal gestito può peggiorare la qualità dell’acqua in ingresso e ciò non è accettabile. La manutenzione periodica è un tema di grande importanza ed il Decreto Ministeriale 25/2012 è molto chiaro in merito. Nella parte riguardate le istruzioni si specifica che su tutto il materiale pubblicitario ed informativo dell’apparecchiature deve essere riportata la seguente avvertenza “Attenzione: questa apparecchiatura necessita di una regolare manutenzione periodica al fine di garantire i requisiti di potabilità dell’acqua potabile trattata ed il mantenimento dei miglioramenti come dichiarati dal produttore”. Tuttavia è bene tener conto che la semplice sostituzione del filtri non garantisce l’efficacia di una manutenzione.
La manutenzione può essere infatti ordinaria ovvero con un programma predefinito di controlli ed operazioni necessarie al corretto funzionamento, oppure straordinaria che comprende gli interventi derivanti da non conformità, calamità o guasti.
La manutenzione deve essere eseguita da personale qualificato e specializzato. La nostra azienda nel corso degli anni ha sempre eseguito un’attenta formazione del personale dal punto di vista della sicurezza alimentare, sia dal punto di vista delle corrette prassi igieniche che della microbiologia dell’acqua, in modo tale tutte le operazioni vengano eseguite con un elevato grado di attenzione e consapevolezza dell’operatore. L’acqua è infatti considerata a tutti gli effetti un alimento e come tale necessita di cura ed attenzione.
La manutenzione è assolutamente di fondamentale importanza ed ha lo scopo di garantire ottimali condizioni di esercizio.
La nostra azienda, grazie ad una stretta collaborazione con un Tecnologo Alimentare qualificato, redige per ogni singolo impianti un piano di manutenzione dettagliato in funzione delle specifiche caratteristiche dell’acqua di rete, della tipologia di impianto e di utilizzo.
La manutenzione è sottoposta a specifica legislazione: D.M. 25/12, D.Lgs n. 10267 del 15/11/12, D.Lgs 31/01, Decreto Ministeriale n.174/04.
La microfiltrazione consiste nel far passare l’acqua da trattare attraverso una barriera costituita da una membrana filtrante con una determinata..
La microfiltrazione consiste nel far passare l’acqua da trattare attraverso una barriera costituita da una membrana filtrante con una determinata ampiezza delle maglie (0,1-10 micron). L’acqua verrà fatta passare attraverso tale membrana ottenendo come risultato che sabbia, detriti, ruggine, alghe e sedimenti vari verranno trattenuti dalla filtrazione (residuo).
Il processo di microfiltrazione non andrà ad alterare le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua, ad esempio i sali minerali non verranno eliminati, ma verranno trattenute solo le cosiddette impurità presenti nell’acqua. L’acqua potabile infatti prima di essere consumata necessita di questo tipo di microfiltrazione, in quanto nel tragitto che compie dall’acquedotto ad un qualsiasi impianto di erogazione raccoglie sedimenti, sassolini e varie impurità rilasciate dalle tubature obsolete. Il grande vantaggio di far passare l’acqua attraverso un sistema di microfiltrazione sarà quello di ottenere un’acqua meno torbida e dall’aspetto più cristallino.
(Operatore del Settore Alimentare) Si tratta di una persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della..
(Operatore del Settore Alimentare) Si tratta di una persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni della legislazione nell’impresa alimentare. L’OSA di un impianto per il trattamento di acqua potabile deve condurre un’analisi dei rischi associati alla propria attività, da inserire all’interno dell’apposito sistema di gestione HACCP.
A livello procedurale deve seguire le seguenti fasi:
– effettuare un’analisi dei processi volta ad identificare in via preliminare i possibili pericoli caratterizzanti le singole fasi, da un punto di vista microbiologico, chimico e fisico.
– quantificare a livello numerico un valore da associare alla probabilità di accadimento dell’evento, sulla base della propria esperienza e degli accadimenti occorsi.
– quantificare a livello numerico un valore da associare al danno conseguente l’accadimento dell’evento. Nello specifico l’OSA deve ipotizzare un danno dovuto all’accadimento, sulla base delle conseguenze per la salute umana. Si consiglia in questa fase un atteggiamento cautelativo;
– calcolare il valore del rischio, come prodotto tra il valore attribuito alla probabilitą ed il valore attribuito al danno, ossia effettuare la moltiplicazione tra i termini introdotti nei due punti precedenti;
– stabilire i criteri per gestione del rischio e le relative modalità operative quali ad esempio misurazioni e monitoraggi. L’OSA deve decidere cosa è importante monitorare per il controllo e la gestione del potenziale pericolo.
– stabilire i responsabili della gestione del rischio specifico ed i relativi protocolli operativi ai quali attenersi.
Per ogni Casa dell’Acqua è necessario quindi nominare la figura dell’OSA che si configura come la persona responsabile del controllo di tutte le attività inerenti l’impianto (manutenzione, sanificazione, fornitura di CO2 E290, gestione emergenze ecc.ecc.). Dal punto di vista normativo non è attualmente richiesta alcuna specializzazione, questa tipologia di impianti infatti non prevede la somministrazione diretta della bevanda da parte dell’Operatore in un luogo controllato (come ad esempio un ristorante o una mensa), bensì la distribuzione dell’acqua è completamente automatica.
La nostra azienda nel corso degli anni ha sviluppato, con la collaborazione di un Tecnologo Alimentare specializzato proprio nel settore delle Case dell’Acqua ed impianti di distribuzione bevande fredde, delle specifiche procedure di corretta prassi igienica che supportano la figura dell’OSA in tutte le attività.
Il processo di osmosi inversa avviene tramite un’inversione del processo naturale di osmosi. Esercitando una contropressione superiore a quella osmotica,..
Il processo di osmosi inversa avviene tramite un’inversione del processo naturale di osmosi. Esercitando una contropressione superiore a quella osmotica, l’acqua trattata si diffonde attraverso una membrana semipermeabile (che funge da filtro) andando a generare due soluzioni con concentrazioni differenti: una concentrata e l’altra diluita.
L’osmosi inversa serve sia per desalinizzare l’acqua sia per eliminare le molecole inquinanti. L’utilizzo di impianti per trattamento acque ad osmosi inversa è da valutare in base alle caratteristiche organolettiche dell’acqua che arriva dalla rete idrica. Sicuramente il suo utilizzo è maggiormente consigliato nelle zone in cui nelle falde acquifere sono presenti arsenico o sostanze PFAS, oppure in caso di scarsità idrica o siccità per andare a filtrare acque saline o salmastre.
L’osmosi inversa come trattamento non è sempre la scelta migliore. Un’acqua buona da bere e di qualità deve avere un contenuto salino equilibrato e un trattamento così invasivo non è sempre salutare perché va ad impoverire drasticamente l’acqua trattata.
Le Sostanze Perfluoroalchiliche (PFAS) appartengono ad una famiglia di composti chimici appartenenti alla categoria dei tensioattivi, sono acidi molto forti..
Le Sostanze Perfluoroalchiliche (PFAS) appartengono ad una famiglia di composti chimici appartenenti alla categoria dei tensioattivi, sono acidi molto forti utilizzati allo stato liquido e la loro struttura chimica li rende molto resistenti ai principali processi naturali di degradazione. Dagli inizi degli anni 50 trovano largo e smisurato impiego in svariate applicazioni industriali. I PFAS trovano applicazione in svariati campi quali ad esempio nella produzione di capi tessili, nella produzione di imballaggi per uso alimentare, nel rivestimento di padelle e di tegami antiaderenti, nel rivestimento di oggetti svariati, nel rivestimento di sedili per auto e divani. Numerosi studi dimostrano come queste sostanze siano cancerogene ed altamente dannose per il corpo umano. Si crede siano responsabili di diverse patologie quali diminuzione fertilità, diminuzione crescita, insorgenza di tumori etc.
L’inquinamenti da PFAS è particolarmente diffuso nel territorio veneto causa contaminazione delle falde acquifere utilizzate per l’acqua potabile, contaminazione causata dagli scarichi massicci di aziende locali. Per attenuare i disagi della popolazione residente in queste zone è utile l’installazione di Case dell’Acqua che possono garantire al cittadino il consumo di acqua priva di tali sostanze e conformi ai parametri vigenti.
Negli impianti che filtrano acque in cui sono presenti PFAS vengono installati dei filtri supplementari al carbone attivo oppure è molto utilizzato ed efficace il trattamento dell’osmosi inversa.
Il punto di prelievo a monte dell’impianto si configura come il luogo fisico dove è possibile prelevare l’acqua al fine..
Il punto di prelievo a monte dell’impianto si configura come il luogo fisico dove è possibile prelevare l’acqua al fine di verificare e monitorare le caratteristiche dell’acqua prima che entri all’interno dell’impianto. Tale punto deve essere “flambabile” al fine di garantire una maggiore rappresentazione senza contaminazioni dell’acqua in ingresso.
I punti di prelievo devono essere situati in posizioni che consentano un accesso rapido e sicuro per gli operatori, e devono inoltre garantire la rappresentatività del campione. Il punto di campionamento a monte non deve essere un punto qualsiasi della rete idrica interna, ma un punto di prelievo posto appena a monte dell’impianto, con lo scopo di monitorare in maniera precisa le caratteristiche microbiologiche e chimiche dell’acqua, derivante dalla rete interna, come previsto dal punto b dell’art.5 del D.M. 7 febbraio 2012 n. 25.
Bisogna tenere conto che le operazioni di campionamento rivestono un’importanza fondamentale in quanto, se eseguite non correttamente possono condizionare il risultato delle analisi: è quindi necessario attenersi alle modalità di prelievo previste dalle normative vigenti in merito alla conservazione e trasporto dei campioni.
Il punto di prelievo a valle dell’impianto si configura come il punto di erogazione, ovvero dove l’acqua trattata o non..
Il punto di prelievo a valle dell’impianto si configura come il punto di erogazione, ovvero dove l’acqua trattata o non trattata in funzione della tipologia di impianto esce fisicamente dall’impianto per essere immessa nei contenitori per il successivo utilizzo.
In questo punto l’acqua deve mantenere le caratteristiche di potabilità fornite al punto di consegna (contatore) e da qui viene prelevata l’acqua sia per i monitoraggi interni di routine, sia per quelli da parte degli organi ufficiali di controllo. Nel punto di prelievo a valle dell’impianto l’acqua si configura come alimento e dunque le operazioni di campionamento vanno eseguite nelle modalità previste dalle normative vigenti in base al campionamento di alimenti.
Per accertare l’affidabilità dei risultati, le analisi devono essere eseguite da un laboratorio accreditato ed iscritto nel registro nazionale.
La Pseudomonas aeruginosa è un microrganismo ambientale che si moltiplica nelle acque, tollerando temperature comprese tra 4° e 42°C, resistente..
La Pseudomonas aeruginosa è un microrganismo ambientale che si moltiplica nelle acque, tollerando temperature comprese tra 4° e 42°C, resistente ad antibiotici e disinfettanti. Si sono riscontrate alte concentrazioni in acqua confezionata, addolcitori e apparecchi casalinghi di trattamento acqua; può alterare le caratteristiche organolettiche dell’acqua cioè sapore, odore e torbidità. La sua presenza è stata riscontrata anche in esistenza di biofilm (aggregazione complessa di microrganismi contraddistinta dalla secrezione di una matrice adesiva e protettiva) in particolar modo in rubinetti e rompigetto.
La Pseudomonas aeruginosa può sopravvivere per mesi in acqua distillata, in disinfettanti blandi o in soluzioni saline. Il rischio di contagio umano sale in presenza di persone immunodepresse, ad esempio nel caso di persone con presenza di ustioni, malati di fibrosi cistica, trapiantati, malati di tumore e AIDS. Al fine di evitare la contaminazione negli impianti di erogazione, il personale tecnico che effettuerà le operazioni di manutenzione ordinaria provvederà alla sanificazione di tutti i circuiti e di tutte le parti a contatto con l’acqua mediante un’apposita soluzione acida e provvederà al successivo risciacquo.
Il punto di consegna è il luogo in cui un “gestore idrico”, cosi come definito nell’art. 2 del Decreto Legislativo..
Il punto di consegna è il luogo in cui un “gestore idrico”, cosi come definito nell’art. 2 del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, (il soggetto che in base alla convenzione di cui all’articolo 11 della legge 5 gennaio 1994, n. 36 (b), gestisce i servizi idrici integrati e, soltanto fino alla piena operativita’ del servizio idrico integrato, il gestore esistente del servizio pubblico) consegna, l’acqua potabile al responsabile dell’impianto.
Il punto di consegna (di norma è identificato con il contatore) rappresenta la demarcazione delle responsabilità tra il gestore della rete idrica (a monte) e il gestore dell’impresa alimentare dove è installato l’impianto (a valle).
Al contrario di quanto si pensi, la scoperta dei sistemi UV nell’ambito della potabilizzazione dell’acqua risale ai primi del 1900..
Al contrario di quanto si pensi, la scoperta dei sistemi UV nell’ambito della potabilizzazione dell’acqua risale ai primi del 1900 e non ai tempi recenti. La scoperta risale al 1910 quando Helbronner, Henry e Recklinghausen installarono il primo sistema di disinfezione a raggi UV nell’impianto di potabilizzazione di Marsiglia. Da allora il loro impiego si è sempre più diffuso.
I sistemi di disinfezione a raggi ultravioletti sfruttano un principio che è fisico e non chimico cioè l’irraggiamento dell’acqua da trattare con una dose di radiazione a raggi UV. La radiazione che emanano è in grado di interferire con la replicazione cellulare, quindi eventuali microrganismi presenti nell’acqua perdono la capacità di moltiplicarsi. Al fine di garantire un ottimale grado di sterilizzazione, durante le operazioni di manutenzione delle Case dell’acqua le lampade UV vanno sostituite con delle nuove. La sostituzione avviene generalmente dopo 8000 ore di utilizzo oppure dopo 11 mesi di funzione.
L’utilizzo dei raggi UV è particolarmente indicato da abbinare ad impianti di erogazione in cui è presente un sistema di filtrazione a carboni. Le proprietà adsorbenti del carbone vanno ad eliminare sapori ed odori dall’acqua, andando a trattenere il cloro che in precedenza era stato immesso nella rete idrica per sanificare l’acqua. A questo punto, al fine di garantire un’acqua conforme in uscita, vengono installate delle lampade UV che procedono a sterilizzare ulteriormente l’acqua.
Segnalazione Certificata di Inizio Attività - è la dichiarazione che consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva..
Segnalazione Certificata di Inizio Attività – è la dichiarazione che consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale). La SCIA, ai sensi dell’art. 19 della legge 241/90, produce infatti effetti immediati. Alle imprese é sufficiente presentare la SCIA, correttamente compilata e completa in ogni sua parte per avviare la propria attività.
La pratica deve essere corredata delle prescritte autocertificazioni circa il possesso dei requisiti soggettivi (morali e professionali, quando richiesti per lo svolgimento di determinate attività) nonché oggettivi (attinenti la conformità urbanistica, edilizia, igienico-sanitaria, ambientale etc. dei locali e/o attrezzature aziendali) e all’occorrenza, quando previsto, devono anche essere allegati elaborati tecnici e planimetrici. E’ importante sottolineare che ogni ATS/ASL destinataria di una SCIA deve accertare, entro 60 giorni dal ricevimento, il possesso e la veridicità dei requisiti dichiarati, adottando, in caso negativo, i dovuti provvedimenti in caso l’imprenditore si fosse reso responsabile di dichiarazioni mendaci.
In riferimento alle Case dell’Acqua, è necessario depositare SCIA per avviare l’attività, ogni Regione ha uno specifico regolamento al quale fare riferimento per i conoscere gli obblighi, i requisiti ed i documenti necessari per la corretta compilazione della SCIA.